Giorno della memoria: "Dobbiamo continuare a vigilare"

27/01/2017 00:00

Bürgermeister Paul Rösch (rechts im Bild) und Vizebürgermeister Andrea Rossi bei der heutigen Gedenkfeier.

"Il numero dei testimoni diretti di quei tragici eventi purtroppo si riduce ogni anno di più. Dobbiamo essere consapevoli di ciò che questo ricordo ancora muove nei nostri cuori", ha fatto osservare il sindaco Paul Rösch nel suo discorso. "Dobbiamo renderci conto di quanto sia preziosa la vita in un Paese e in un'Europa che ha tratto un insegnamento da queste tremende esperienze e ha ripudiato la guerra, la violenza e la discriminazione impegnandosi nella cooperazione, nella difesa della democrazia e nel rispetto dei diritti umani. E dobbiamo comprendere che tutto questo non è affatto scontato. Dobbiamo tenere gli occhi ben aperti anche oggi e contribuire a far sì che la nostra società resti libera e aperta, che non escluda e discrimini, che non tracci confini per coltivare l'odio, ma che anzi cerchi sempre la soluzione ai problemi attraverso il dialogo e il confronto pacifico".

Il vicesindaco Andrea Rossi ha recitato la poesia "Se questo è un uomo" di Primo Levi e ha poi aggiunto: "La memoria ci può salvare, ci può impedire di commettere errori, ma la memoria cammina sulle gambe delle persone, chiede di essere attivi e non passivi testimoni. È questo che spetta a ogni uomo su questa terra per non essere complice delle follie e dell'orrore che nel passato e, purtroppo, nel presente hanno segnato e segnano la storia dell'uomo".

Alla cerimonia hanno preso parte anche l'assessora Madeleine Rohrer, la presidente del Consiglio comunale Francesca Schir, i consiglieri comunali Giorgio Balzarini, Loris Duso, Peter Enz e Christoph Mitterhofer nonché il presidente della Consulta giovani del Comune di Merano Daniele Di Lucrezia.

Il Luogo della memoria, situato al confine est dell'area ex Bosin, è stato inaugurato ufficialmente il 27 gennaio del 2010. La struttura militare venne realizzata negli anni 1938-1939 per ospitare il Comando del XIII Settore di copertura della Guardia alla Frontiera, che comprendeva le opere difensive dette Vallo del Littorio delle valli Venosta e Passiria. Chiamata inizialmente "Venosta", la caserma fu in seguito dedicata alla memoria del capitano degli Alpini Leone Bosin, caduto in Albania nel 1941 e decorato con la medaglia d'argento al valore militare. Nel periodo fra il 1943 e il 1945 ebbe la funzione di magazzino per materiali requisiti dalla Wehrmacht e di sottocampo del Campo di transito di Bolzano, come spiega la lapide apposta, a pochi metri di distanza, sul frammento del muro di cinta conservato appunto come Luogo della memoria. Dopo la guerra la caserma fu sede di diversi Reparti Alpini, appartenenti in particolare alla Brigata Alpina Orobica. Fu definitivamente dismessa nel 1991.

  • autore: sb

27/01/2017

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