LA SMART CITY PER MERANO
Dalle interviste è risultato che il concetto di “smart city” per gli stakeholder non è affatto univoco, ma fortemente dipendente dalla personale interpretazione del soggetto. Questo è stato soprattutto evidente nelle prime domande con il fine di indagare il grado di consapevolezza sulla tematica. In particolare, ci sono stati pareri controversi su:
L’ampiezza di ciò che potrebbe essere definito come progetto “smart city”. Per alcuni stakeholder si può già definire intervento smart city l’implementazione di una determinata tecnologia in più punti della città (come ad esempio l’installazione dei “lampioni intelligenti”), mentre per altri serve una visione più organica e globale.
Simile all’ampiezza, la soglia limite per cui una città potrebbe essere definita “smart”. Ad esempio, quando richiesto di valutare la situazione di Merano, la maggior parte degli stakeholder non ha definito la città “smart”, ma “più smart” rispetto ad altre realtà.
Lo scopo degli interventi, principalmente riguardo le tematiche di intervento.
L’interfaccia della “smart city”, che generalmente si divide tra uso dello smartphone, che rappresenta una piattaforma unica dove ricevere tutte le informazioni necessarie, e l’utilizzo di dispositivi fisici, che hanno il vantaggio di essere facilmente leggibili e che coprono un gruppo più ampio.
Le più grandi barriere da affrontare. In particolare, le risposte con maggiori voti si sono divise tra “costi e finanziamento” (barriera economica) e “scarsa collaborazione” (barriera sociale).
La definizione del livello di compromesso tra la privacy dei dati e la trasparenza, fattore generalmente molto dipendente dall’inclinazione personale dell’intervistato